Archivi categoria: Paradisi Fiscali

Comunicazioni black list. Niente sanzioni per i primi errori

A patto che le violazioni vengano sanate inviando una comunicazione integrativa entro il 31 gennaio 2011
Fisco comprensivo con i contribuenti per gli eventuali errori commessi nel compilare le comunicazioni relative alle operazioni effettuate con soggetti economici black list nel periodo luglio-novembre 2010. Non saranno, infatti, applicate sanzioni, se gli interessati provvederanno a sanare le violazioni entro il mese di gennaio del prossimo anno.

La precisazione arriva con la circolare n. 54/E del 28 ottobre, nella quale l’Agenzia delle Entrate, tenendo conto della novità dell’adempimento e in considerazione delle difficoltà per gli operatori di individuare i dati rilevanti ai fini della comunicazione, ritiene possibile che i Continua a leggere

Comunicazioni Iva

Esclusi dall’obbligo anche coloro che hanno scelto il regime fiscale delle nuove iniziative produttive
Contribuenti minimi e imprenditori/professionisti in erba (che hanno, cioè, optato per il regime fiscale per le nuove iniziative produttive – articolo 13, legge 388/2000) non sono toccati dall’obbligo di comunicazione delle “relazioni pericolose” intrattenute con operatori economici black list. E’ solo uno dei chiarimenti contenuti nella circolare n. 53/E del 21 giugno 2010, una vera e propria guida approfondita per i soggetti passivi Iva, chiamati a rompere Continua a leggere

Lo scudo alla prova di resistenza. Istruzioni agli uffici per il test

Ai raggi x dei verificatori dovrà esser passato tutto: ciò che il contribuente ha fatto e ciò che ha dichiarato
Dai riscontri dei dati indicati nella dichiarazione riservata alla verifica di eventuali cause ostative. L’Agenzia delle Entrate mette nero su bianco, con la circolare n. 52/E dell’8 ottobre, la mappa dei controlli che gli uffici saranno chiamati a seguire di fronte a contribuenti che, sottoposti ad accessi, ispezioni e verifiche, dovessero opporre lo “scudo fiscale”. Un’opposizione che, si ricorda, va fatta all’inizio dell’attività di indagine cui è sottoposto o comunque entro i 30 giorni successivi.

Ai raggi x dei verificatori dovrà passare tutto, ciò che il contribuente ha fatto e ciò che ha dichiarato. Tutta una serie di valutazioni e di adempimenti finalizzata a riconoscere o a disconoscere l’efficacia dell’operazione di emersione delle attività detenute all’estero. A partire Continua a leggere

L’impresa estera con sede e dipendenti in Italia paga le imposte italiane

Ha evaso il fisco italiano la società egiziana che operava nel territorio dello Stato attraverso un altro soggetto, riconosciuto anche dai giudici tributari come sua stabile organizzazione. La ditta gestiva sì un residence sul mare d’Egitto, ma aveva una sede fissa d’affari (ufficio vendite, dipendenti) in Italia.

E’ stata la Commissione tributaria regionale della Lombardia a riconoscere la fondatezza delle indagini svolte dagli 007 dell’Agenzia delle Entrate e a respingere l’appello della società estera, che svolgeva interamente la sua attività di vendita di diritti di usufrutto sugli immobili del report attraverso la compagine italiana, compagine la cui attività era da ritenersi "funzionale ed essenziale" a quella del soggetto estero e non "ausiliaria e/o preparatoria" alla stessa. Continua a leggere

A San Marino si discutono le misure da adottare per evitare l’inclusione nella “black list”

Tra meno di una settimana San Marino presenterà la strategia volta a evitare in extremis la black list italiana. Parola di Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze del Titano. «Mercoledì prossimo il governo presenterà al Consiglio Grande e Generale il nuovo indirizzo politico che intende seguire nella gestione delle ultime rchieste formulate dall’Italia in termini di scambio automatico di informazioni bancarie», ha spiegato il ministro della Rocca secondo il quale i colloqui con Roma procedono con cadenza giornaliera. «Con l’Italia abbiamo sottoscritto un accordo contro, le doppie imposizioni che recepisce la normativa Ocse e prevede la possibilità di scambio automatico di informazioni, secondo accordi bilaterali su certe materie», ha continuato Valentini. «Siamo pronti a venire incontro alle richieste di Tremonti sulla condivisione automatica dei dati bancari. La questione non è in discussione. Vorremmo invece la condivisione di una tempistica da parte italiana che metta il sistema economico sanmarinese in grado di adottare alcune contromisure». San Marino non sembra dunque essersi arreso all’idea di finire nella black list italiana dal primo luglio. Continua a leggere

Le società in fuga dai paradisi

Fuga dalle Cfc e ristrutturazione delle catene societarie. Negli studi dei consulenti e dei tributaristi la sempre più febbrile attività per far fronte alla stretta sulle controllate estere ferve intorno a questi due cardini.
Le più severe regole introdotte dal decreto legge 78/2009 sulle controlled foreign companies stanno, infatti, provocando tali dubbi e incertezze nei gruppi e nelle multinazionali italiani con ramificazioni oltreconfine da destare ormai un vero e proprio allarme. Anche perché si sta valutando il da farsi, come testimoniano tutti i professionisti consultati dal Sole 24 Ore, praticamente al buio. Su molte questioni sarebbero necessarie precisazioni e soprattutto "rassicurazioni" che l’agenzia delle Entrate però tarda a fornire.
L’unico chiarimento emerso finora, in attesa di una circolare esplicativa, ha riguardato l’entrata in vigore dal 1° gennaio 2010. «Ma fino a qualche settimana Continua a leggere

Costi black list in dichiarazione

Costi black list, Unico evita le sanzioni. La corretta compilazione del modello non è pi fondamentale per la deduzione dei costi verso i paesi a fiscalità privilegiata, ma se non effettuata è punita con l’irrogazione di sanzioni specifiche. Per la deduzione, invece, sempre necessario avere l’idonea documentazione giustificatrice.

Le nuove disposizioni in materia di costi black list introdotte dal dl «incentivi», in attesa di essere a loro volta formalizzate in un futuro provvedimento attuativo, non cambiano affatto, nel presente, la sostanza degli adempimenti che i contribuenti devono porre in essere per avere non solo la corretta deducibilità dei costi in questione, ma anche la non applicazione delle specifiche sanzioni. Pertanto, tutti coloro che nel corso del 2009 hanno sostenuto dei costi nei confronti di operatori residenti negli Stati e territori aventi un regime fiscale privilegiato di cui al dm 23 gennaio 2002 e successive modificazioni, a prescindere dalle future decisioni del legislatore, devono comunque porre attenzione agli adempimenti dichiarativi. Continua a leggere

Proroga dello Scudo Fiscale al 30 aprile 2010

La riapertura dei termini prevede due scadenze con aliquote diverse: 6% fino al 28 febbraio, 7% dal 1° marzo.
Più tempo, quindi, per presentare la dichiarazione di emersione necessaria per rimpatriare o regolarizzare le attività finanziarie o patrimoniali detenute all’estero prima del 31 dicembre 2008 in violazione delle nome sul monitoraggio fiscale.

Più tempo ma aliquota maggiorata. Infatti, nella sua fase iniziale, lo scudo fiscale, introdotto dal Dl 78/2009 (articolo 13-bis), ha previsto l’applicazione di un’imposta sostitutiva straordinaria sui capitali o beni posseduti pari al 5% del valore delle attività indicate in dichiarazione. Continua a leggere

Così portavano i soldi nei paradisi fiscali

Uno schema semplice, ma soprattutto valido per qualsiasi tipo di cliente. Dal piccolo al grande imprenditore. Un così fan tutti , che svela uno dei volti, forse il meno pulito dell’imprenditoria italiana, quello della creazione dei fondi neri all’estero, che, come ha svelato l’inchiesta Enipower, ha interessato perfino il gruppo del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Il raggiro ideato dal commercialista Siro Zanoni e dall’affarista Mario Merello, era tuttavia più banale, meno sofisticato e consisteva nel creare società in qualche paradiso fiscale col solo scopo di emettere fatture false per prestazioni inesistenti.

Le società italiane ricevevano dalle società estere fatture per polizze assicurative fasulle o per consulenze e prestazioni di servizi generiche, che in realtà non erano mai state effettuate. Le fatture venivano comunque pagate, ottenendo due benefici: il primo, esportare capitali all’estero, il secondo, gonfiare i costi della società, in modo da abbattere l’utile del gruppo e di conseguenza pagare meno tasse. Il nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha stimato che le 80 società della lista Pessina insieme hanno emesso fatture false per oltre 300 milioni di euro. Continua a leggere

Con lo scudo stop a redditometro e inversione dell’onere della prova

Lo scudo "salva" dall’inversione dell’onere della prova anche per le attività detenute illegalmente nei "paradisi" negli anni passati. No all’utilizzo delle operazioni di emersione ai fini del controllo fiscale nei confronti della società riconducibile al contribuente in qualità di dominus.
Sono alcune delle novità contenute nella circolare n. 43/E del 10 ottobre, con cui l’agenzia delle Entrate detta le istruzioni operative per aderire alla procedura di emersione.

Chi emerge evita l’inversione dell’onere della prova – L’adesione allo scudo consente di evitare, in caso di successivo accertamento della detenzione di attività all’estero in violazione delle norme sul monitoraggio fiscale, la presunzione introdotta dall’articolo 12 del Dl 78/2009, in base alla quale gli investimenti e le attività finanziarie detenuti in paradisi fiscali si considerano costituiti mediante redditi sottratti a imposizione in Italia, salvo la prova contraria. Continua a leggere