Archivio mensile:Settembre 2008

La targa professionale è pubblicità

La targa di uno studio professionale ha funzione prettamente pubblicitaria, rendendo manifesto lo svolgimento di una determinata attività in quel luogo. La stessa va pertanto assoggettata alla specifica imposta comunale.
È, in sintesi, il principio espresso dalla Cassazione con la sentenza 22572 dell’8 settembre, chiamata in causa da uno studio di dottori commercialisti accertato dall’amministrazione comunale per l’affissione di una targa professionale.

Lo studio impugnava la cartella notificatagli asserendo che presupposto per l’applicazione del tributo sarebbe non già la mera affissione ed esposizione di una targa, bensì la diffusione di un vero e proprio messaggio pubblicitario. Continua a leggere

Fisco, in otto mesi recuperati 4 miliardi di euro

Continuano a crescere gli incassi da riscossione. Da gennaio ad agosto, la lotta all’evasione ha portato nelle casse dell’erario, tra ruoli erariali e previdenziali, quasi 4 miliardi di euro – una crescita dell’8,3% sullo stesso periodo del 2007, quando il bottino fu di 3,6 miliardi – a fronte di un obiettivo fissato nel Piano industriale di Equitalia a 6 miliardi di euro.

La parte del leone nel raggiungimento di questi risultati l’hanno fatta gli incassi da ruoli erariali (agenzia delle Entrate e agenzia delle Dogane), quelli, cioè, relativi al recupero dell’evasione delle tasse vere e proprie: da gennaio ad agosto hanno già raggiunto 2,4 miliardi di euro, il 14,3% in più rispetto al 2007. Continua a leggere

Accertamento induttivo, niente sconti senza prove

Una recente sentenza della Commissione tributaria provinciale di Firenze, la n. 80/8/08 depositata il 29 agosto, ha evidenziato l’importanza dell’obbligo di conservazione della documentazione contabile e dell’obbligo di custodia diligente delle scritture aziendali.
Analizzando il caso sottoposto all’esame della Commissione si possono trarre alcuni principi generali, di fondamentale importanza nella corretta gestione del rapporto Fisco/contribuente, anche nell’ottica delle eventuali conseguenze negative derivanti dalla mancata ottemperanza ai precisi obblighi "procedurali" richiesti dalla legge.

L’ufficio di Firenze 2 aveva disposto un accesso presso la sede di una società al fine di reperire la relativa documentazione contabile. L’accesso aveva avuto esito negativo, dato che i locali erano risultati disabitati e in stato di abbandono, senza neppure alcuna targa o insegna della società. Non essendo stata presentata alcuna dichiarazione di variazione della sede legale, l’ufficio aveva dunque provveduto a notificare un invito al rappresentante legale della società, chiedendo l’esibizione delle scritture contabili obbligatorie e delucidazioni in ordine alla sede della società. Continua a leggere

Saracinesche abbassate per la ripetuta omissione di scontrini

Nessuno sconto per i commercianti che non emettono scontrini e/o ricevute fiscali: la definizione agevolata della sanzione pecuniaria non salva dalla chiusura dell’esercizio.
E’ questa la linea dura seguita dai giudici di piazza Cavour con la sentenza n. 22459 del 5 settembre 2008.

Secondo la società ricorrente, il provvedimento emesso ai sensi dell’articolo 12, comma 2, del decreto legislativo 471/1997, risultava illegittimo, in quanto, per la regolarizzazione della sanzione, si era avvalsa della facoltà di definizione agevolata prevista dall’articolo 16, comma 3, Dlgs 472/1997.
L’eccezione sollevata aveva trovato benevolo accoglimento nei primi due gradi di giudizio. Continua a leggere

Gli studi di settore, un “pianeta” a più dimensioni

"How to" e what if". Ovvero, come costruire uno strumento in grado di determinare il ricavo che ha la massima probabilità di essere attribuito al contribuente stando ai dati contabili ed extracontabili e cosa accade, in termini di congruità e coerenza, compilando i quadri di Gerico sulla base dei vincoli e delle opportunità offerti dalle norme. L’ultimo contributo di Vincenzo Adamo, funzionario presso la direzione Accertamento dell’Agenzia – ufficio Procedure automatizzate, tratta degli studi di settore in quanto "modello matematico di un sistema produttivo reale".

In particolare, Adamo spiega che costruire uno studio vuol dire, dal punto di vista dell’Amministrazione finanziaria, "risolvere un problema". Continua a leggere

Invio telematico: Attenti all’intermediario

Accade spesso di assistere a contenziosi in cui il contribuente non contesta l’infondatezza della pretesa dell’ufficio, ma impugna l’avviso di accertamento sostenendo di essere stato vittima del proprio commercialista, il quale, senza plausibile giustificazione, non ha trasmesso in via telematica al competente ufficio la dichiarazione dei redditi.
Il contribuente sostiene sempre, in questi casi, di essere all’oscuro del mancato invio e in perfetta buona fede.
L’assenza di colpa dovrebbe allora condurre all’illegittimità dell’accertamento. Continua a leggere

Sempre legittimo l’accertamento per discordanze tra quanto dichiarato e capacità contributiva

Sulla base del redditometro – beni e servizi la cui disponibilità è considerata elemento indicativo di capacità contributiva – l’ufficio può determinare sinteticamente il reddito complessivo del contribuente a condizione che quello presunto si discosta per almeno un quarto dal dichiarato e per almeno due periodi di imposta. Sull’argomento, ripercorriamo le più significative pronunce della Corte di cassazione, le novità normative (anche in riferimento all’utilizzo di dati di fonte extratributaria) e le principali indicazioni operative.

Ai sensi del comma 4 dell’articolo 38 del Dpr 600/73, dunque, l’Amministrazione finanziaria può rettificare il reddito complessivo netto dichiarato dal contribuente, in base al contenuto induttivo di elementi e circostanze (indizi), indipendentemente dalle disposizioni dei commi precedenti dello stesso articolo (che impongono indizi qualificati) e dell’articolo 39 (soggetti con scritture contabili). Continua a leggere

Appunti dell’amministratore: indizi gravi, precisi e concordanti

In tema di accertamento delle imposte sui redditi, la c.d. “contabilità in nero”, costituita da appunti personali e informazioni dell’imprenditore, rappresenta un valido elemento indiziario, dotato dei requisiti di gravità, precisione e concordanza.
Così hanno deciso i giudici di legittimità riguardo al contenzioso instaurato da una Srl avverso un avviso di rettifica con il quale veniva elevato il volume di affari da 142 milioni di lire a 2 miliardi e 300 milioni. Secondo la Cassazione (sentenza n. 20264/2008), tutti i documenti che registrino i singoli atti d’impresa ovvero rappresentino la situazione patrimoniale dell’imprenditore e il risultato economico dell’attività, sono da ricomprendere tra le scritture contabili (disciplinate dall’articolo 2709 cc e seguenti), e sul contribuente incombe l’onere di fornire la prova contraria. Continua a leggere

Federalismo fiscale, primo sì del Consiglio dei ministri

Primo semaforo verde del Consiglio dei ministri sulla bozza di ddl per l’introduzione del federalismo fiscale. L’ok di Palazzo Chigi arriva dopo il confronto con le autonomie locali di giovedì scorso e precede l’incontro in programma per il 18 settembre in Conferenza unificata. Nella nuova versione del testo, ulteriormente "limata" rispetto a quella presentata giovedì scorso (vedi "Federalismo fiscale al vaglio delle autonomie locali" su FISCOoggi del 4 settembre) all’Unione delle Province (Upi) e all’Associazione nazionale dei Comuni (Anci), trovano conferma sia l’autonomia di entrata e di spesa per gli enti locali che l’abbandono della "spesa storica" a favore dei "costi standard". Tre le parole chiave: responsabilizzazione a tutti i livelli di governo, trasparenza – intesa anche come controllo da parte dei cittadini – e solidarietà. Continua a leggere

L’esame dei c/c di soggetti legati al contribuente verificato non sempre produce gli effetti voluti

Le indagini finanziarie rappresentano uno degli strumenti più incisivi fra quelli di prevenzione e contrasto all’evasione fiscale. Strumento la cui importanza, considerata l’attitudine nel fare emergere gli intenti fraudolenti perseguiti da vari soggetti sottoposti a controllo, è stata evidenziata anche nella circolare n. 6/E del 2008.
Il loro utilizzo trova riscontro normativo nell’articolo 32, comma 1, punto 2, del Dpr 600/1973, in cui è stabilito che “…dati, notizie e documenti…acquisiti a norma del numero 7), ovvero rilevati a norma dell’articolo 33, secondo e terzo comma…sono posti a base delle rettifiche e degli accertamenti previsti dagli artt. 38, 39, 40 e 41 se il contribuente non dimostra che ne ha tenuto conto per la determinazione del reddito soggetto ad imposta o che non hanno rilevanza allo stesso fine; alle stesse condizioni sono altresì posti come ricavi o compensi a base delle stesse rettifiche ed accertamenti, se il contribuente non ne indica il soggetto beneficiario e semprechè non risultino dalle scritture contabili, i prelevamenti o gli importi riscossi nell’ambito dei predetti rapporti od operazioni”. Continua a leggere

Fusioni

L’incorporazione di una società il cui capitale è interamente detenuto dall’incorporante non determina alcun trasferimento di capitali, e quindi non può beneficiare dell’agevolazione fiscale prevista dalla normativa.
Con la sentenza n. 21313/2008 – che richiama altre decisioni precedenti su casi analoghi – la Suprema corte ha così accolto il ricorso presentato dall’agenzia delle Entrate contro una società di capitali, confermando la tesi dell’Amministrazione finanziaria nel contenzioso, in quanto, sostanzialmente, il regime giuridico contenuto nell’articolo 4, numeri 1, lettera c), e 2, lettera b), della direttiva n. 69/335/Cee, modificata dalle direttive n. 73/80/Cee e n. 85/303/Cee, deve essere applicato in conformità all’interpretazione della Corte di giustizia. Continua a leggere

Pranzi congressuali pesanti per le aziende farmaceutiche

Le spese sostenute da una azienda farmaceutica per ospitare, a pranzo o a cena, presso ristoranti i medici intervenuti alle riunioni informativo-scientifiche, volte a diffondere e illustrare caratteristiche, qualità e applicazioni terapeutiche dei farmaci commercializzati, devono considerarsi spese di rappresentanza, soggette ai prescritti limiti di deducibilità, e non spese di pubblicità.
Il vitto, inoltre, non può essere ricompreso nel concetto di spesa di rappresentanza integralmente deducibile, se di valore inferiore alle vecchie 50mila lire, in quanto l’articolo 74, comma 2, del Tuir (vigente all’epoca dei fatti) non considera tutti i beni, ma solo quelli distribuiti gratuitamente con riferimento a oggetti materiali, mentre il vitto, al pari dell’ospitalità in genere, non riguarda un bene ma un servizio.
A tali conclusioni è pervenuta la Corte di cassazione con la sentenza n. 21270 del 7 agosto 2008. Continua a leggere