Il progetto di base imponibile comune consolidata

La Commissione europea sta lavorando da tempo a una proposta di direttiva avente ad oggetto l’istituzione di regole uniformi per la determinazione di una base imponibile comune dell’imposta sui redditi societari, nell’ambito di un sistema di consolidamento transnazionale denominato Ccctb (Common Consolidated Corporate Tax Base(1)).
Scopo del progetto è quello di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di incremento di competitività, crescita e occupazione fissati dalla strategia di Lisbona, tramite l’eliminazione di ostacoli fiscali presenti nel mercato interno per le imprese Ue che effettuano operazioni transfrontaliere.

Nonostante il considerevole lavoro svolto sinora da parte del Ccctb working group, composto dai membri della task force Ccctb della Commissione europea e dagli esperti fiscali degli Stati membri, cui si è aggiunto il contributo di tutto il mondo accademico e imprenditoriale, alcuni aspetti cruciali del sistema Ccctb restano "open issues". Tali aspetti dovranno trovare una risposta esaustiva proprio nel corso di quest’ultima fase dei lavori.

Delle problematiche connesse al varo definitivo di un testo di legge su cui basare la proposta di direttiva, si è discusso ieri nel seminario svoltosi a Roma presso la Scuola superiore dell’Economia e delle Finanze, dal titolo "Il progetto comunitario di CCCTB (Common Consolidate Corporate Tax Base). Situazione attuale e prospettive".

Al seminario, che si inserisce nell’ambito del programma didattico del master in Pianificazione tributaria internazionale organizzato dalla Scuola superiore in collaborazione con l’Università "La Sapienza" di Roma, hanno partecipato esponenti del mondo accademico e professionale(2), dirigenti del ministero delle Finanze e dell’agenzia delle Entrate (alcuni dei quali presero parte, in qualità di esperti, ai lavori del Ccctb working group(3)) e uno degli attuali esperti nazionali distaccati presso la task force Ccctb della Commissione europea, coinvolto direttamente nella stesura della proposta di direttiva(4). I lavori del seminario hanno avuto a oggetto l’analisi delle questioni tecniche più spinose legate alla definitiva approvazione della proposta, attraverso un focus sullo stato dell’arte dei lavori della Commissione e sui possibili scenari futuri.

La Ccctb fornirebbe alle società aventi sede in almeno due Stati membri la possibilità di calcolare il reddito imponibile di gruppo secondo un unico set di regole, comuni a tutti gli Stati. Ciò mediante:

– la creazione di una base imponibile comune
– la previsione del suo consolidamento.

L’adesione alla Ccctb dovrebbe comportare, secondo l’approccio per step seguito dalla Commissione:

l’adozione di regole armonizzate di definizione della base imponibile comune, in sostituzione delle regole fiscali nazionali (es. revisione del regime fiscale dell’ammortamento dei beni strumentali, degli accantonamenti effettuati in bilancio dalle imprese per perdite future, del regime fiscale delle plusvalenze sui titoli e sui dividendi e delle transazioni interne al gruppo)
il consolidamento nella base imponibile degli utili e delle perdite della capogruppo con le imprese affiliate, superata una certa percentuale di controllo
la riallocazione della base imponibile comune consolidata ai Paesi in cui il reddito è stato prodotto per la successiva applicazione delle aliquote legali dei singoli Stati membri.
L’ingresso nel regime Ccctb avverrebbe su base opzionale, con l’obbligo, tuttavia, per i gruppi di imprese che hanno aderito alle nuove regole di determinazione del reddito, di optare anche per il consolidamento delle basi imponibili(5).

La validità dell’opzione verrebbe condizionata alla presenza di un rapporto di partecipazione rilevante tra i soggetti aderenti (75% utili e capitale, 50% + 1 dei diritti di voto) e all’esercizio contestuale da parte di tutte le società del gruppo in possesso dei requisiti, in base al principio all in all out.

Il testo definitivo della direttiva dovrebbe pertanto contenere un complesso di regole dirette a:

determinare la base imponibile di ciascun soggetto passivo
disciplinare il consolidamento d il meccanismo di ripartizione della base imponibile consolidata
definire la struttura amministrativa del sistema Ccctb.
Si tratta dunque di un progetto ambizioso la cui realizzazione passa attraverso la soluzione di problematiche tecniche particolarmente complesse, molte delle quali sono state oggetto di dibattito nel corso del seminario.

Si è discusso delle difficoltà connesse alla individuazione di regole uniformi di determinazione del reddito, condivise da tutti i paesi aderenti, in tema, ad esempio, di ammortamento dei beni materiali o di deducibilità degli accantonamenti effettuati in bilancio, laddove gli ordinamenti giuridici degli Stati membri possono prevedere criteri di imputazione tra loro del tutto differenti(6).

Altra questione trattata ha riguardato i criteri di determinazione della base imponibile consolidata, con particolare riferimento alla disciplina delle perdite e delle plusvalenza latenti pregresse all’opzione e delle perdite generate in corso di opzione. In questo caso, l’approccio seguito dalla Commissione è stato quello di far concorrere alla determinazione del reddito esclusivamente le perdite realizzate in corso di opzione, le quali andrebbero ad abbattere la base imponibile comune.

Si è discusso inoltre, della questione inerente i criteri di riallocazione della base imponibile consolidata nei Paesi in cui il reddito è stato prodotto ("formulary apportionment"). Al riguardo, sono stati illustrati i diversi metodi analizzati della Commissione:

la ripartizione in base al valore aggiunto prodotto dalle singole società del gruppo
la ripartizione in base a fattori chiave quali il capitale, le vendite, il costo del lavoro (approccio adottato dalla Commissione)
la ripartizione in base al rapporto tra il Pil del Paese in cui è presente la società del gruppo e la somma dei Pil di tutti i Paesi in cui è presente il gruppo.
Le questioni allo studio degli esperti della Commissione sono dunque molte e di difficile soluzione, si auspica tuttavia che il progetta veda presto la luce.
Si tratta infatti di una occasione unica per giungere, finalmente, a un sistema di regole comuni in materia di fiscalità diretta. La Ccctb fornirà alle imprese un sistema opzionale basato su principi di semplicità e competitività e alle amministrazioni fiscali un regime fiscale comune che supporti e agevoli le attività di controllo su gruppi di imprese presenti nella Unione europea.

NOTE:
1) La politica della Commissione relativa alla Ccctb è iniziata nel 2001 con la comunicazione "Verso un mercato interno senza ostacoli fiscali – Strategia per l’introduzione di una base imponibile consolidata per le attività di dimensione Ue delle società" (Com(2001) 582), è stata confermata nel 2003 con la comunicazione "Un mercato interno senza ostacoli inerenti alla tassazione delle società – risultati, iniziative in corso e problemi ancora da risolvere" (Com(2003) 726) e, di recente, con la comunicazione Com (2007) 223, nella quale sono state illustrate le linee guida del progetto di consolidamento transfrontaliero delle basi imponibili.

2) Sono intervenuti: Giovanni Puoti, direttore del master in Pianificazione tributaria internazionale (in qualità di moderatore); Pietro Silicato, dell’Università "La Sapienza"di Roma, che ha introdotto i lavori con un intervento dal titolo "La CCCTB tra esigenze di integrazione e compatibilità con gli ordinamenti nazionali&quo
t;; Piergiorgio Valente, componente della Common Consolidated Corporate Tax Base Taskforce (CCCTB WG) di BusinessEurope (Unione delle Confindustrie europee) e delegato al Comitato tecnico della Confédération Fiscale Européenne (CFE); Salvatore Percuoco del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili – Commissione di studio Diritto tributario e rapporti con l’Amministrazione finanziaria.

3) Sono intervenuti: Enrico Martino, dipartimento delle Finanze – direttore Relazioni internazionali; Gianfilippo Scifoni, dirigente dell’agenzia delle Entrate – esperto per l’Italia del Ccctb working group, con un intervento dal titolo: "La difficile convergenza verso norme unitarie per la fiscalità delle imprese: condivisione dell’esperienza maturata nei sottogruppi di lavoro e nelle riunioni plenarie degli Stati Membri"; Mario Visco, dirigente del ministero dell’Economia e delle Finanze – dipartimento delle Finanze, con un intervento dal titolo "Prospettive della CCCTB"; Tamara Gasparri, agenzia delle Entrate – direzione regionale della Lombardia – dirigente di vertice con incarico progettuale; Sandro Maria Galardo, agenzia delle Entrate – direzione centrale Accertamento – coordinatore attività esterne e sul consolidato nazionale; Maria Teresa Monteduro, dirigente del ministero dell’Economia e delle Finanze – dipartimento delle Finanze.

4) Chiara Putzolu, che ha preso parte ai lavori con un intervento dal titolo: "CCCTB: Stato dell’arte dei lavori della Commissione ed ‘open issues’ nella proposta di Direttiva".

5) L’opzione avrebbe durata quinquennale, rinnovabile automaticamente ogni tre anni.

6) In tema di ammortamento dei beni strumentali, a fronte di due possibili soluzioni studiate nei working group: ammortamento su base individuale (metodo seguito in Italia) o ammortamento in pooling che prevede il raggruppamento dei cespiti in una unica categoria cui applicare una unica aliquota di ammortamento (metodo scandinavo), la Commissione sembra essersi orientata per una soluzione intermedia, improntata a criteri di semplicità: ammortamento in pooling con l’unica eccezione per i cespiti di durata utile superiore a 25 anni che andrebbero ammortizzati separatamente.

Marco Zonetti – Fisco Oggi

 

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