Province, i presidenti insorgono

Zaia, Rossi, Cota, Spacca, Formigoni: a ognuno la sua polemica dopo l’ok al decreto per l’accorpamento degli enti provinciali 

Sul riordino delle Province sono intervenuti anche i presidenti Zaia, Rossi, Cota, Spacca e Formigoni. "E’ accaduto quello che avevamo ripetutamente annunciato – dichiara il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca – Il Governo ha dato seguito al suo precedente decreto. Nelle Marche ci saranno tre Province come era stato anticipato. Ora il voto del Consiglio regionale appare nel suo reale significato: l’onore delle armi concesso alla storica Provincia risorgimentale di Macerata. Si conferma anche che certi toni decisamente sopra le righe ed estremamente astiosi che hanno caratterizzato le dichiarazioni di molti esponenti politici soprattutto dell’area fermana, apparivano fuori luogo e assolutamente ingiustificati. Il Governo nazionale e’ sempre rimasto sordo a qualsiasi indicazione che non avesse avuto corrispondenza con il decreto iniziale che gia’ prevedeva per le Marche tre Province”.
Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, non avrebbe mai appoggiato l’inclusione di Monza nella città metropolitana di Milano: "Come tutti sanno, ho infatti sostenuto con ogni energia il mantenimento di tutte e 12 le province lombarde – ha dichiarato Formigoni -. Questa mia iniziativa e’ nota ad ogni attento osservatore da diverse settimane e non ho mai sostenuto nessun’altra ipotesi, neppure in via subordinata". ”Non e’ nella potesta’ della Regione Veneto imporre la citta’ metropolitana di Venezia e Padova, ne’ nessun’altra; non abbiamo nessuna competenza in merito”, ha sottolineato invece il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. ”Piuttosto invito il Governo e in particolare il ministro Patroni Griffi a spiegare, finalmente, che cosa intende per citta’ metropolitana, quali competenze vuole assegnarle e, di conseguenza, i relativi trasferimenti – insiste Zaia -. Fino ad oggi non l’ha fatto e i cittadini non capiscono di fronte a quale nuova istituzione si trovano, per cui non sanno neppure dare una corretta valutazione. In queste condizioni di indeterminatezza, come potremmo prendere una qualsivoglia decisione?"

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