Londra, l’Iva mette il turbo e le entrate tornano a salire

Miracolo londinese o tutto nella norma? L’aumento ad aprile del gettito erariale non scioglie il nodo del debito

Fisco britannico con sorpresa. Le entrate tributarie, infatti, ad aprile alzano la testa, non accadeva da dal 2008, invertono le stime pessimistiche, indicate a marzo nella legge di Bilancio, e risollevano il morale statistico dei conti pubblici del Regno Unito. E’ questa, in sintesi, la novità che in queste ore sta riscrivendo a cascata l’agenda politica ed economica del Paese, oltre a quella fiscale.

L’Iva mette il turbo, +34per cento
Il balzo in avanti più impressionante è quello registrato dall’imposta sul valore aggiunto che dal 2005, anno in cui venne reintrodotta l’aliquota del 17,5%, dopo un periodo di transizione dominato da un livello di tassazione più basso, pari al 15%, non ha rivelato incrementi significativi. La ragione, secondo gli esperti, cui si associano i responsabili attuali dell’Economia a Londra, convergono su di un punto unico, ovvero, la Gran Bretagna s’è oramai lasciata definitivamente alle spalle la recessione per fare il suo ingresso in un ciclo economico positivo, dove la domanda interna sembra riacquistare vigore. Il risultato è un aumento dei consumi e, per effetto diretto, dell’Iva, che agli acquisti s’accompagna. Un segnale positivo, quindi, che però non cancella il fatto che, al momento, il bilancio 2009/2010 per chiudere in pareggio dovrà ricorrere a una nuova espansione del debito pubblico pari a circa 145 miliardi di sterline. Meglio degli oltre 160 miliardi indicati a marzo nella legge di Bilancio, comunque sempre d’un rosso da primato si discute.

Corrono anche le ritenute
Dopo la ripresa del gettito dell’Iva, il secondo dato, piuttosto inusuale per il mese di aprile, è quello delle trattenute dei datori di lavoro, già effettuate, in anticipo, e versate all’erario. In questo caso, i pagamenti anticipati potrebbero esser collegati all’introduzione della nuova aliquota del 50% sui redditi che eccedono le 150mila sterline l’anno. In questo modo, anticipando molti saldi di stipendi e compensi dovuti molti contribuenti probabilmente sperano d’aver trovato una via d’uscita per rimandare al prossimo anno il versamento dell’imposta con l’inclusione dell’aliquota al 50%. Scelta che, in alcuni casi e a determinate condizioni, potrebbe funzionare.

Comunque, avvisano i nuovi timonieri dei conti pubblici britannici, l’alzata di testa inattesa nel gettito delle entrate fiscali di aprile non frenerà in nessun modo l’azione avviata nelle settimane scorse e diretta a ridurre in modo sostanziale l’ampiezza eccessiva delle spese sul versante del settore pubblico. Quindi, nessun dietrofront rispetto alle misure già annunciate.

Fonte : IlFiscoOggi

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