I sette comandamenti del buon risparmiatore

Ecco i sette comandamenti per calmierare le spese bancarie. Non potranno condurvi in un Paradiso di costi azzerati ma, per chi li segue, almeno il contenimento delle brutte sorprese è assicurato.

Secondo i conti dell’Unione Europea e secondo quanto risulta anche dai conteggi dell’inchiesta di CarnerEconomia a casa nostra un conto corrente pu arrivare a costare più di 250 euro l’anno. Secondo l’Abi, l’associazione delle banche italiane, e PattiChiari (che contestano a spada tratta lo studio presentato qualche settimana fa dalla commissaria Melena Kuneva) in media l’italiano se la cava con poco più di 100 euro l’anno. E se è un pensionato o uno studente ne bastano una settantina. Numeri in calo rispetto a cinque anni fa quando sempre secondo i conti di PattiChiari, il consorzio per la trasparenza promosso dall’Abi il conto medio costava 150 euro. Al di là delle statistiche, ognuno deve attrezzarsi per spendere il meno possibile. Non serve un master finanziario per scegliere il conto adatto alla propria economia domestica e per seguire pochi semplici accorgimenti nella vita quotidiana.

Lasciarsi vivere con un conto acceso anni fa che non corrisponde più alle nostre esigenze o prelevare al primo sportello, che capita può far lievitare di qualche decina di euro le spese annuali. Ne vale la pena? Sembra di no. Un vademecum per i clienti pubblicato da PattiChiari e quindi dalle stesse banche spiega che si può risparmiare fino al 40% l’anno, soltanto usando i servizi offerti dal sistema in modo intelligente.

Cominciamo allora dal primo comandamento. Non sbagliare conto. Comprare le scarpe della taglia giusta è più facile, certo. Ma anche cercare il conto non troppo largo o non troppo stretto è impossibile. Basta capire, più o meno, quante operazioni si fanno quante domiciliazioni servono, quanti bonfici e così via. Le banche offrono almeno una decina di prodotti tarati sulle esigenze delle famiglie, dei single, degli universitari, delle persone anziane.

PattiChiari, che ha costruito sette profili per aiutare chi vuole orientarsi navigando nel sito ha calcolato che, in media, a un giovane bastano 107 operazioni (e 67 euro l’anno), a una famiglia con figli grandi e genitori impegnati ne servono quasi il doppio, al prezzo di 138 euro. Se ci si orienta su pacchetti a canone fisso, è fondamentale controllare il costo delle singole operazioni extra forfait mensile.

A chi ha dimestichezza con Internet è consigliabile la banca virtuale, più economica e, soprattutto di questi tempi, ben più generosa nella remunerazione. Se per i conti tradizionali siamo allo «zero virgola», i conti on line danno ancora l’l% netto sulle giacenze libere.

Ci sono poi alcune operazioni che conviene sempre fare su Internet o agli sportelli automatici della banca. In primis il bonifico: se fatto con il web costa in media meno di un euro (a volte addirittura è gratuito), mentre la media 2009 delle operazioni classiche oscifia fra i 3,35 dell’addebito in conto corrente e i 5,45 dell’operazione per cassa. Altro caposaldo del risparmio è il prelievo in contanti, a costo zero solo presso gli sportelli Bancomat della propria banca.

Prelevare altrove costa oggi in media 1,88 euro, in decisa salita rispetto all’l,59 de] 2008. Evitate anche di chiedere soldi allo sportello: alcune banche vogliono 2 euro. E ancora: l’estratto conto trimestrale e gli avvisi relativi agli obblighi di trasparenza, è meglio farseli mandare con la posta elettronica. Ogni invio «fisico» costa infatti in media 0,61 centesimi. Comprate titoli in Borsa? La commissione di negoziazione ordine è dello 0,19%, contro lo 0,70% allo sportello. E non sottovalutate la domiciliazione delle utenze domestiche: sul conto gratuita. Chi va a pagare allo sportello direttamente spende in media 3,7 euro e 2,12 per l’addebito in conto.

Ultimo comandamento:

Non firmate assegni. Almeno fino a quando non cambieranno davvero i tempi della valuta (vedi tabella), è come affidare il pagamento a un piccione viaggiatore. Arriva, ma ci mette un bel po’. E il tempo, soprattutto in banca, è denaro.

Fonte: G.Mar. Corriere della Sera Economia

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