Zone franche urbane: 22 i Comuni che beneficeranno degli incentivi

Pronta la short list delle Zfu. Sono 22, quattro in più di quelle previste, le Zone franche urbane individuate dal ministero dello Sviluppo economico, che adesso aspettano solamente l’ok del Cipe – Comitato interministeriale per la programmazione economica – e della direzione generale Concorrenza dell’Unione europea. Si sono chiusi, infatti, il 30 settembre scorso i lavori del gruppo tecnico dipartimentale del ministero, che ha scremato le 64 proposte arrivate dalle Regioni, scegliendo in base ai criteri stabiliti dalla normativa, 22 comuni distribuiti in 11 regioni.
Se Ventimiglia spicca come l’unico comune del Nord, grande assente al Sud è la città di Foggia, che pur essendo stata segnalata dalla Regione Puglia, non è stata selezionata a favore di Taranto, Lecce e Andria. Per ogni Regione, infatti, è stabilito a tre il limite massimo di Comuni che potranno godere di incentivi e agevolazioni fiscali e previdenziali.

La selezione, effettuata dal gruppo tecnico del ministero dello Sviluppo economico, si è svolta sia attraverso la verifica della rispondenza dei progetti presentati a quanto definito dalla normativa di riferimento, che sull’analisi delle strategie di sviluppo articolate per raggiungere un miglioramento del disagio socio-economico di tali aree. In particolare, i parametri di valutazione hanno riguardato in prima istanza la completezza e consistenza delle 11 relazioni tecniche regionali, seguita dal controllo sui valori e sulla misurazione dell’indice di disagio socioeconomico (Ids), l’ammissibilità delle 63 amministrazioni comunali candidate e delle 64 Zfu proposte, il controllo sulla contiguità territoriale delle aree proposte come Zfu, l’analisi dei criteri e delle valutazioni alla base delle indicazioni di priorità contenute nelle relazioni tecniche regionali.

Ai primi posti della lista si trovano le città con il maggior indice di disagio socio-economico, che si sono rivelate Catania, Torre Annunziata, Napoli, Taranto, Cagliari, Gela e Mondragone, mentre al diciassettesimo e diciottesimo posto troviamo Velletri e Sora.
Le Zfu, in prima battuta, dovevano essere infatti diciotto, ma il ministero presenterà al Cipe – che ha il compito di dare l’ok per l’ammissione al finanziamento – la richiesta di estensione per altre quattro città: Pescara, Ventimiglia, Massa Carrara e Matera.

LE ZFU INDIVIDUATE DAL MINISTERO
DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Catania, Gela, Erice – Sicilia
Crotone, Rossano, Lametia T. – Calabria
Matera – Basilicata
Taranto, Lecce, Andria – Puglia
Napoli, Torre Annunziata, Mondragone – Campania
Campobasso – Molise
Cagliari, Quartu S.E., Iglesias – Sardegna
Velletri, Sora – Lazio
Pescara – Abruzzo
Massa Carrara – Toscana
Ventimiglia – Liguria

Le zone franche urbane partiranno per adesso in via sperimentale e i fondi stanziati per il 2009, a favore di questo regime speciale per le microimprese, ammontano a 50 milioni di euro che potrebbero essere erogati entro la prossima primavera. Non si esclude comunque che i fondi non sfruttati previsti per il 2008 potrebbero essere recuperati.

L’introduzione delle Zfu favorirà lo sviluppo di piccole e micro imprese – non riguarderà infatti settori come quello automobilistico, navale, tessile su larga scala, siderurgico e del trasposto su strada – permettendo, a chi aprirà una nuova attività nell’area, di usufruire per i primi cinque anni di agevolazioni sia fiscali che previdenziali.
In particolare, chi aprirà una nuova attività economica nelle zone franche urbane avrà diritto all’esenzione totale dalle imposte sui redditi per i primi cinque anni d’imposta, dal sesto al decimo anno a un’esenzione del 60%, per l’undicesimo e dodicesimo anno del 40% e del 20% per i successivi due anni. L’esenzione riguarderà anche l’Irap per i primi cinque periodi d’imposta, fino al raggiungimento della somma di 300mila euro del valore della produzione netta per ciascun anno. Anche per l’Ici l’esenzione è per i primi cinque anni e riguarderà gli immobili situati nella Zfu di proprietà dell’impresa e utilizzati per l’esercizio della nuova attività. Dal punto di vista previdenziale, l’esonero segue gli stessi criteri delle imposte sui redditi e si applicherà ai contratti a tempo indeterminato e a quelli a tempo determinato di durata come minimo annuale. Inoltre, almeno il 30% dei lavoratori deve risiedere nel Sistema locale di lavoro in cui è situata la Zfu.

Valeria Ibello – Fisco Oggi 

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