Iniziata la revisione degli studi di settore approvati tre anni fa

Cominciato con il provvedimento direttoriale di ieri, 31 gennaio, l’iter di revisione di quegli studi di settore che, essendo stati approvati tre anni fa, nel 2008, necessitano di un restyling indispensabile per non perdere il contatto con la realtà economica del Paese. Per la precisione, il cammino evolutivo ha preso il via già a fine 2010, con il coinvolgimento della Commissione degli esperti che, il 22 dicembre scorso, ha fornito il suo parere, una sorta di “benestare” all’avvio della procedura correttiva.

 
È la legge, la 146/1998 (articolo 10-bis, comma 1), a disporre la “cadenza” entro la quale gli Organi competenti (Osservatori regionali, Sose, Agenzia delle Entrate) devono attuare l’adeguamento degli studi per mantenere costante e attendibile la loro rappresentatività rispetto alle condizioni economiche, ad esempio, di specifiche aree geografiche o di particolari settori di attività. Sempre in riferimento al disposto normativo, l’input deve arrivare dall’Agenzia delle Entrate, che programma gli studi di settore da rivedere entro la fine di febbraio di ogni anno.[//]
Si tratta di un processo da portare a termine in tempi utili per consentire il corretto utilizzo dello strumento accertativo in sede di selezione e controllo.
 
Nel provvedimento sono individuati 69 studi applicati a ben 303 tipologie di attività, classificate in base alla tabella Ateco 2007 e contraddistinte da altrettanti codici. Ci sono, tra gli altri, notai e psicologi, laboratori di analisi cliniche ed erboristerie, carrozzieri e maniscalchi, fabbricanti di mobili e villaggi turistici. Una volta revisionati e dal momento in cui verrà emanato il decreto Mef di approvazione, saranno applicabili dal periodo d’imposta 2011.
 
Tra i 69 selezionati c’è poi uno studio, l’UG33U che a fine operazione “accoglierà” anche i contribuenti che offrono “servizi di manicure e pedicure”. Per questa attività, prima assoggettata alla disciplina dei parametri contabili (legge 549/1995) sono state, infatti, reperite informazioni sufficienti alla costruzione dello studio di settore, tramite i modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi, approvati con il provvedimento del 25 maggio 2010 e allegati all’ultima dichiarazione Unico.
 

Infine, si legge nel documento, la procedura di rielaborazione potrà portare, se ritenuto opportuno, all’accorpamento di alcuni studi.

 
Fonte: Paola Pullella Lucano da nuovofiscooggi.it
 
 

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