È di questa mattina, infatti, la vasta operazione di controllo effettuata dall’agenzia delle Entrate e dalla Guardia di finanza nei confronti di intermediari finanziari e di filiali di banche della confederazione elvetica ovvero, operatori economici che svolgono la loro attività nell’area confinante con la Repubblica di San Marino. Le regioni interessate dal blitz sono: Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Veneto, Lazio, Piemonte, Campania, Liguria e Marche.
Obiettivo, verificare la corretta trasmissione, da parte degli intermediari finanziari, all’Archivio dei rapporti finanziari (sezione dell’Anagrafe tributaria), dei dati relativi ai movimenti economici effettuati dalla propria clientela, così come richiesto dalla legge 248/2006 e dal Dlgs 231/2007.
Con un recente documento di prassi, la circolare 42/E del 24 settembre, l’agenzia delle Entrate aveva sottolineato l’importanza della banca dati rappresentata dall’Archivio per lo svolgimento delle indagini finanziarie e aveva fornito nuove istruzioni agli uffici per utilizzare più efficacemente le informazioni in esso contenute.
Nel documento veniva precisato che anche le filiali estere delle banche o degliaccertare la completezza e l’esattezza dei dati comunicati, presupposto indispensabile affinché l’Archivio rappresenti, effettivamente operatori italiani sono tenuti all’invio delle informazioni richieste dalla norma.
I controlli svolti questa mattina dagli 007 del fisco, quindi, hanno puntato proprio ad , uno strumento affidabile di lotta all’evasione fiscale e per l’emersione dei beni illecitamente detenuti all’estero.
Ma che tipo di informazioni sono a disposizione degli ispettori del fisco?
Nella banca dati confluiscono, per via telematica e diventano, quindi, rapidamente consultabili, tutti i dati relativi ai rapporti continuativi, esistenti o cessati, intrattenuti dagli istituti finanziari con clienti italiani, a partire dal 1° gennaio 2005, e quelli relativi alle operazioni "extra-conto" (operazioni effettuate direttamente allo sportello attraverso contanti o assegni circolari), con esclusione dei versamenti eseguiti con bollettino di conto corrente postale per un importo unitario inferiore a 1.500 euro, nonché le informazioni relative a procure e deleghe.
Sono 950 milioni i rapporti fino ad oggi registrati attraverso questa procedura e oltre 90 milioni i soggetti rilevati che hanno operato in situazioni di "extra-conto".
Un giro di vite, con la circolare 42/E, proprio a questa ultima tipologia di movimentazione. In caso di procedura di accertamento, è specificato nel documento, l’ufficio deve chiedere all’operatore finanziario tutte le informazioni connesse alle operazioni compiute dal cliente nel periodo di imposta relativo alla procedura di controllo. In pratica, con l’"extra-conto", non basta più l’unica comunicazione annuale richiesta alla banca in occasione della prima operazione compiuta dal suo assistito, ma l’istituto deve fornire il quadro completo delle transazioni effettuate.
Con il medesimo documento di prassi, nel mirino, inoltre, anche deleghe e procure, procedure che consentono di ritirare, versare o pagare somme di denaro o assegni per conto terzi e che spesso vengono utilizzate come escamotage per evadere il fisco: anch’esse sottoposte, quindi, a rigidi controlli.
Gli operatori tenuti a "comunicare" con l’Archivio sono le banche, la società Poste italiane Spa, gli intermediari finanziari, le società di gestione del risparmio e ogni altro operatore finanziario; se per ora gli ispettori del fisco hanno fatto "visita" soltanto ad alcune determinate categorie – ritenute più a "rischio" di illecito – le operazioni di controllo saranno estese successivamente anche agli intermediari.