La ricerca del numero di partita Iva di clienti e fornitori è un percorso a ostacoli per i contribuenti che si apprestano ad inviare gli elenchi entro martedì 29 aprile. Le Entrate ha invito a utilizzare “ogni mezzo” per reperire i dati corretti. Ma è molto difficile obbligare un cliente o un fornitore a trasmettere tempestivamente i dati richiesti, soprattuto se nel frattempo i rapporti si sono deteriorati. L’invio dei dati non corretto può provocare anche altri problemi, oltre all’applicazione della sanzione, che può non sembrare elevata. Per violazioni di lieve entità scatterà il limite minimo edittale di 258,00 euro. I contribuenti potranno, poi, definire la controversia entro 60 giorni dalla notifica dell’atto con il pagamento di un quarto della somma irrogata. Il vero problema, dunque, non è la sanzione: se i dati non vengono “incrociati”, l’amministrazione finanziaria attiverà i controlli.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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